Il Real Madrid Club de Fútbol, noto semplicemente come Real Madrid, è una società polisportiva spagnola con sede nella città di Madrid: fondata il 6 marzo 1902, è infatti composta da una sezione calcistica e da una cestistica.
La squadra di calcio milita nella Primera División spagnola fin da quando è stata creata la Liga, cioè dal 1929, al pari di Barcellona e Athletic Bilbao. Con 82 trofei all'attivo, la formazione madrilena è la seconda più vincente nella storia del calcio spagnolo dopo il Barcellona nonché la più titolata nelle competizioni UEFA per club. Detiene il record di 32 titoli nazionali vinti, nonché il primato assoluto di 11 vittorie della Coppa dei Campioni/Champions League. Il club può vantare uno dei palmarès più prestigiosi, che annovera altresì 19 Coppe di Spagna, 9 Supercoppe di Lega, 1 Coppa della Liga, 2 Coppe UEFA, 3 Supercoppe europee, 3 Coppe Intercontinentali, 2 Coppe del mondo per club e 1 Coppa Iberoamericana: ciò ne fa il primo club al mondo per trofei ufficiali vinti a livello internazionale (22). L'11 dicembre 2000 il Real Madrid fu nominato dalla FIFA come il miglior club del XX secolo in base a un sondaggio tra i lettori dell'allora rivista istituzionale FIFA Magazine.
La denominazione della società era originariamente Madrid Club de Fútbol; la parola "Real" fu assegnata successivamente, nel 1920, dal Re Alfonso XIII di Spagna, insieme alla corona applicata sullo stemma. I giocatori del Real Madrid vengono chiamati merengues per via del colore della maglia che ricorda quello della meringa. Dall'acquisto record di Zinédine Zidane, nella prima metà degli anni 2000 la squadra è stata soprannominata Los Galácticos (I Galattici), per via della presenza di tante stelle nell'organico titolare. In Spagna il club è noto come el Madrid (il Madrid), in contrapposizione con l'Atlético (el Atlético), mentre in Italia è conosciuto come il Real. A differenza di molte società calcistiche europee la proprietà del club appartiene ai suoi soci, che ogni quattro anni eleggono il presidente.
Nel febbraio 2013, secondo la Deloitte Football Money League, è stato il club più ricco del mondo con 479,5 milioni di euro in entrata, davanti ai rivali sportivi del Barcellona e al Manchester United, il quale era rimasto in vetta per otto anni. Al 2016 è ancora il club più ricco del pianeta. Grazie alle sue enormi capacità economiche, la società è riuscita a mettere a segno due dei colpi di mercato più costosi nella storia del calcio: Gareth Bale, acquistato per la cifra di 100 milioni di euro dal Tottenham nel 2013, e Cristiano Ronaldo, prelevato grazie a 94 milioni di euro dal Manchester United nel 2009.
È anche l'unica società sportiva professionistica al mondo ad istituire un corso di studi universitario post-laurea. Infatti nel 2006, presso l'Universidad Europea de Madrid, è stata creata la Escuela de Estudios Universitarios Real Madrid, prima scuola di specializzazione sullo sport, la sua gestione, la comunicazione e la salute. Il direttore della cattedra è Mario Vargas Llosa, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2010.
Storia
I primi anni (1902-1945)
A Madrid il calcio fu introdotto dai professori e dagli studenti del Institución Libre de Enseñanza, tra cui c'erano molti laureati a Oxford e Cambridge. Nel 1895 costoro fondarono il club Football Sky, che giocava la domenica mattina a Moncloa. Nel 1900 questo club si divise in due società diverse: il New Foot-Ball de Madrid e il Club Español de Madrid. Il presidente di quest'ultimo club era Julián Palacios, anch'esso divisosi il 6 marzo 1902 con la costituzione del Sociedad Madrid FC. Il primo presidente era Juan Padrós Rubió, il primo segretario Manuel Mendía e il primo tesoriere José de Gorostizaga. Juan Padrós Rubió sarebbe poi stato rimpiazzato dal fratello Carlos Padrós.
Il primo trofeo in assoluto per i "Merengues" risale al 1905, quando conquistarono la loro prima Coppa del Re grazie alle vittorie per 3-0 sul San Sebastián e per 1-0 sull' Athletic Bilbao. Il Madrid CF si aggiudicò consecutivamente le successive tre edizioni del torneo, portando così a 4 il numero di coppe nazionali conquistate. Il Madrid conquistò la sua quinta Coppa del re nel 1917, eliminando il Siviglia (8-1, 1-2 e 4-0 nella decisiva ripetizione del match), l'Espanya (qualificazione nuovamente conquistata dopo 3 incontri, l'ultimo dei quali terminato 1-0 per i blancos) e l'Arenas Club de Getxo in finale grazie a un pareggio (0-0 dopo i supplementari) e una vittoria per 2-1.
Nel 1931-1932 fu conquistata la prima vittoria in Liga con 28 punti, precedendo l'Athletic Bilbao di 3 punti in classifica. Gli scontri diretti con i rivali del Barcellona terminarono con una vittoria per 2-0 all'andata e un 2-2 al ritorno. Nel 1932-1933 il Madrid vinse la sua seconda liga consecutiva precedendo ancora il Bilbao, questa volta con soli 2 punti di vantaggio. Gli eterni rivali del Barcellona furono nuovamente sconfitti per 2-1 nel ritorno, dopo il pareggio 1-1 dell'andata. La squadra poi si aggiudicò altre due Coppe del Re nella stagione 1933-1934 e nel 1935-1936. I giocatori più importanti della squadra in questo periodo furono il portiere Ricardo Zamora, il centrocampista Luis Regueiro e gli attaccanti Josep Samitier e Manuel Olivares (vincitore del Pichichi nel 1933).
La Coppa del Re fu l'ultimo successo del Madrid fino al 1946. Nel 1942-43 il Real Madrid fu sconfitto in finale di Coppa del Re dall'Atlético, ciononostante i tifosi ricorderanno a lungo quell'edizione per via della vittoria in semifinale con il Barcellona: dopo aver perso 3-0 all'andata, ottennero al ritorno una clamorosa vittoria per 11-1, riuscendo così a eliminare i rivali dalla competizione. Le polemiche che si scatenarono in seguito all'evento hanno alimentato la rivalità tra i blancos ed i blaugrana.
La presidenza Bernabéu e i successi europei (1945-1978)
Nel 1945 Santiago Bernabéu Yeste, che aveva già svolto le mansioni di giocatore, capitano della prima squadra nonché finanziatore e direttore del club, assunse la carica di presidente con l'obiettivo di ricostruire la società dopo la guerra civile spagnola. Sotto il suo mandato edificò il Nuevo Estadio Chamartín e la Ciudad Deportiva; riorganizzò inoltre il sodalizio a tutti i livelli in quella che sarebbe diventata la normale gerarchia operativa dei club professionistici in Europa, dotando ogni sezione e livello di squadre tecniche indipendenti, e arruolando validi assistenti come Raimundo Saporta. Nel 1945-1946 e 1946-1947 la formazione madrilena conquistò altre due Coppe del Re, mentre nel 1947 si aggiudicò la Coppa Eva Duarte; ad esse seguì, però, l'unico momento di flessione culminato nella stagione 1947-48 quando il Real arrivò addirittura alle soglie della retrocessione, classificandosi 11º ed evitando lo spettro della Segunda División per soli 2 punti; ancora oggi, infatti, quello del 1948 rimane il peggior piazzamento di sempre in campionato nella storia dei blancos.
La metà degli anni 1950 vide la dirigenza del Real Madrid creare una rosa di prim'ordine che comprendeva, tra gli altri, Alfredo Di Stéfano, Ferenc Puskás, Francisco Gento, Héctor Rial, Raymond Kopa e José Santamaria. Questi giocatori formarono il nucleo della squadra che avrebbe dominato la seconda parte del decennio. Nel 1953-54 avvenne una delle famose "manitas" (5-0) nel Clásico contro il Barcellona: e proprio sui rivali catalani il Madrid terminò al primo posto con 4 punti di vantaggio laureandosi così Campioni di Spagna. La squadra si riconfermò campione di Spagna nel 1955. Conquistò due altri titoli spagnoli nel 1957 e nel 1958, dato che nel 1956 l'Athletic Bilbao fu l'unica squadra capace di interrompere la sequenza. Nel 1959 e nel 1960 la vittoria della Liga andò al Barcellona, ma tra il 1961 e il 1965 il Real Madrid tornò a dominare il campionato spagnolo, vincendone 5 edizioni consecutive.
Oltre ai successi nazionali, la fama di grande squadra il Real Madrid la guadagnò con le straordinarie prestazioni in Coppa dei Campioni. Nel 1955, sviluppando l'idea proposta dal giornalista de L'Équipe Gabriel Hanot e nell'intento di ripensare la formula della Coppa Latina (torneo riservato a squadre di Francia, Spagna, Portogallo e Italia che il Real Madrid si aggiudicò nel 1954 e nel 1957), Bernabéu incontrò all'Hotel Ambassador di Parigi Bedrignan e Sebes e creò la Coppa dei Campioni, oggi nota come UEFA Champions League.
Alfredo Di Stéfano, Ferenc Puskás e altri giocatori celebri aiutarono il club a vincere la Coppa dei Campioni per cinque volte consecutive tra il 1955-1956 e il 1959-1960. La prima vittoria fu quella contro i francesi dello Stade de Reims, sconfitti per 4-3 dopo essere andati sotto di 2-0. Nel 1956-57, dopo aver eliminato Rapid Vienna, Nizza e Manchester United, i madridisti si presentarono nuovamente in finale, questa volta contro la Fiorentina che l'anno prima era diventata Campione d'Italia. Il 30 maggio, al Bernabeu, il Madrid sconfisse i viola per 2-0 grazie ai gol nella ripresa siglati da Di Stéfano su rigore e Gento. La terza Coppa dei Campioni arrivò all'Heysel di Bruxelles, il 28 maggio 1958 in finale con il Milan allenato da Giuseppe Viani, grazie ad un 3-2 firmato da Di Stéfano, Gento e Rial. In precedenza il Real aveva eliminato Anversa, Siviglia e Budapest.
Nel 1958-59 arrivò la quarta Coppa dei Campioni. Dopo aver eliminato il Beşiktaş negli ottavi e il Wiener Sport-Club ai quarti di finale, i blancos incontrarono i rivali cittadini dell'Atletico in semifinale. L'andata fu vinta dal Real per 2-1 mentre il ritorno se lo aggiudicò l'Atlético per 1-0. La gara di spareggio fu vinta dal Real ancora per 2-1 e così i blancos andarono a Stoccarda per disputare la loro quarta finale consecutiva, il 3 giugno 1959. Di fronte ancora i francesi del Reims, che speravano di vendicare la sconfitta di qualche anno prima. Davanti ad 80'000 spettatori, però, fu ancora la squadra spagnola ad avere la meglio per 2-0 grazie ai gol di Mateos e Di Stéfano. Nel 1960 il Real vinse la sua quinta Coppa dei Campioni consecutiva per 7-3 contro l'Eintracht Francoforte nella finale dell'Hampden Park, davanti alle telecamere della BBC e dell'Eurovisione e a un pubblico di oltre 135.000 spettatori, la più grande affluenza per una finale di Champions League.
In virtù delle cinque vittorie consecutive nel torneo al Real Madrid fu conferito il trofeo originale e fu dato il diritto di vestire la coccarda d'onore dell'UEFA. Inoltre, nel 1960 ll club divenne per la prima volta Campione del Mondo sconfiggendo in Coppa Intercontinentale il Peñarol con uno 0-0 all'andata e una vittoria per 5-1 nel ritorno a Madrid, il 4 settembre 1960. Nel 1961-1962 fu vinta la decima Coppa del Re. Il club fu finalista perdente in Coppa dei Campioni nel 1962 e nel 1964. Esaurito il ciclo dei grandi campioni degli anni 1950, fu dato il via al ricambio generazionale con l'acquisto di nuovi campioni tra cui Pachín, Amancio e Manolín.
La società madrilena vinse la Coppa dei Campioni per la sesta volta nel 1965-66, sconfiggendo prima l'Inter in semifinale e poi il Partizan Belgrado per 2-1 in finale con una squadra interamente composta da giocatori spagnoli, la prima nella storia della manifestazione. Si noti come solo Francisco Gento giocò in tutte e sei le edizioni vinte dal Real Madrid. Nella finale Intercontinentale del 1966, incrociato ancora il Peñarol, il Real Madrid non fu in grado di ripetere il successo, venendo sconfitto due volte per 2-0.
La squadra vinse per altre tre volte consecutive la Liga dal 1966-1967 al 1968-1969. Nel 1969-1970 il club si aggiudicò nuovamente la Coppa del Re, per l'undicesima volta nella sua storia. Complessivamente, nei 35 anni di gestione Bernabéu, la squadra madrilena conquistò una Coppa Intercontinentale, sei Coppe dei Campioni, sedici campionati spagnoli e sei Coppe del Re.
Gli anni 1970: è ancora predominio nazionale
Nonostante non riuscisse più a mettere in bacheca la Coppa dei Campioni, il club continuò a dominare sotto il profilo nazionale anche negli anni 1970. Nel 1971-1972 conquistò nuovamente il titolo nazionale, mai in discussione, con i "Merengues" in grado di issarsi alla vetta solitaria della classifica dopo 3 giornate e non lasciarla più. Il club inoltre fece registrare il record per maggior numero di vittorie (19) e minor numero di sconfitte (6). Poi furono conquistate due edizioni consecutive della Coppa del Re, nel 1974 e nel '75, portando a 13 il numero di vittorie nella competizione. Dopo due anni di digiuno, vinse nuovamente la Liga nel 1975, poi nel 1976, nel '78 e nel '79. In questo periodo si ricorda la vittoria schiacciante sugli storici rivali del Barcellona (5-0) nella stagione 1975-1976. I giocatori più importanti di questo decennio furono José Antonio Camacho, Paul Breitner, Vicente Del Bosque, Santillana, Günter Netzer e Aguilar.
Gli anni della
Nel 1979-80, il Real mise in bacheca la Liga, conquistando il primato in classifica con un punto di vantaggio rispetto al Real Sociedad, giunto secondo. In questa stagione i madrileni riuscirono a vincere entrambi gli scontri diretti con il Barcellona, per 2-0 e 3-2. Nel 1980-81 riuscì a raggiungere la finale di Coppa dei Campioni (dopo aver eliminato l'Inter in semifinale con una vittoria per 2-0 e una sconfitta per 0-1) ma fu sconfitto dal Liverpool per 1-0 grazie ad un gol di Kennedy. Nei successivi 5 anni il Real Madrid perse lo scettro della Liga. Nel 1981-82, vincendo la sua quindicesima Coppa del Re, la squadra della capitale spagnola disputò per la prima volta la Supercoppa di Spagna, ma fu sconfitta dalla Real Sociedad.
Negli anni successivi nacque il mito della Quinta del Buitre. L'epiteto (Leva dell'Avvoltoio) derivava dal soprannome dato al membro più carismatico della squadra, Emilio Butragueño. Gli altri quattro componenti erano Manolo Sanchís, Martín Vazquéz, Míchel e Miguel Pardeza.
Manuel Sanchís e Martín Vázquez furono i primi a giocare con la prima squadra del Real Madrid: il loro debutto risale ad una partita contro il Murcia giocata il 4 dicembre 1983. L'allenatore Alfredo Di Stéfano schierò i due giovani tra i titolari dall'inizio. Entrambi giocarono sorprendentemente bene e Sanchís riuscì anche a segnare il gol della vittoria. Pochi mesi dopo, il 5 febbraio 1984, Emilio Butragueño debuttò in squadra in una partita sul campo del Cadice. El Buitre ("L'Avvoltoio") fu una rivelazione e segnò una doppietta già nella sua prima apparizione. Pardeza fu aggregato alla prima squadra in quella stagione e Míchel all'inizio di quella seguente.
I risultati non tardarono ad arrivare: il Real Madrid si aggiudicò due edizioni consecutive della Coppa Uefa, nel 1985 e nel 1986, battendo in finale il Videoton nel 1985 e i tedeschi del Colonia nel 1986. Poi furono conquistate, tra il 1986 e il 1990, cinque edizioni consecutive della Liga. Nel 1988-89, il club vinse la sua sedicesima Coppa del Re. Inoltre, tra il 1988 e il 1990 conquistò tre edizioni consecutive della Supercoppa di Spagna. Con questi ultimi trofei, si esaurì un altro ciclo di vittorie. Per 5 anni, il club non vinse più nulla, salvo l'accoppiata Coppa del Re/Supercoppa di Spagna nel 1993 (edizione in cui fu sconfitto il Barcellona con un 3-1 e un 1-1). In questo periodo si ricorda comunque la presenza in squadra di campioni quali Luis Enrique, Fernando Hierro e il cileno Zamorano.
La presidenza Sanz (1995-2000)
Il Real Madrid riuscì a imporsi nuovamente in campionato nel 1994-95, terminando in testa (a +4 sul Deportivo La Coruña) e realizzando anche alcuni record come il maggior numero di vittorie (23), minor numero di sconfitte (6) e miglior differenza reti (+47). Inoltre, l'attaccante Zamorano conquistò il Pichichi mettendo a segno 28 gol. La stagione è ricordata con piacere dai tifosi del Real per il 5-0 inflitto agli storici rivali del Barcellona l'8 gennaio 1995 al Bernabeu (tripletta di Zamorano e gol di Luis Enrique e Amavisca). La cosiddetta "manita" mandò i tifosi in visibilio, dal momento che con quel 5-0 i madrileni si vendicarono di un anno prima, quando al Camp Nou era stato il Barça a portare a casa questo risultato contro i "merengues". Nell'estate del 1996 il presidente Lorenzo Sanz ingaggiò come allenatore Fabio Capello, reduce da un quinquennio di successi con il Milan. Benché la sua esperienza sulla panchina della squadra spagnola durò solo una stagione, conclusasi con la vittoria della Liga e della Supercoppa Spagnola nel 1997 (sconfitta per 2-1 e vittoria 4-1 sul Barça) , la squadra costruita dall'allenatore italiano, che comprendeva campioni come Raúl, Predrag Mijatović, Fernando Redondo, Davor Šuker, Clarence Seedorf e Roberto Carlos, aveva aperto un ciclo vincente, tanto che due anni dopo pose fine all'astinenza del Real Madrid nel massimo torneo continentale. Sotto la guida tecnica di Jupp Heynckes batté infatti la Juventus per 1-0 nella finale della Champions League 1997-1998. Il 3 dicembre 1998 per il Real Madrid dell'olandese Guus Hiddink, arrivò anche la seconda Coppa Intercontinentale, battendo il Vasco da Gama per 2-1.
La società si fregiò del titolo di campione d'Europa anche nella stagione 1999-2000, sconfiggendo in una finale tutta spagnola, i rivali del Valencia. Guidati da Vicente Del Bosque, i madrileni potevano contare su stelle di prima grandezza come Fernando Morientes, Steve McManaman e Iker Casillas.
La prima era Pérez e i
Nell'estate del 2000 si candidò alla presidenza del club Florentino Pérez, che batté il presidente uscente Lorenzo Sanz. A giocare un ruolo decisivo per la vittoria di Pérez fu la promessa, fatta in campagna elettorale, di portare al Real Madrid l'idolo dei tifosi del Barcellona Luís Figo, il quale fu acquistato poco tempo dopo la sua elezione.
Con l'acquisto di Figo, successivo alla vendita del centro di allenamento (la Ciudad Deportiva), fu inaugurata una strategia societaria improntata all'acquisto dei più grandi campioni del calcio mondiale. Nel 2001 fu acquistato Zinédine Zidane, nel 2002 Ronaldo e nel 2003 David Beckham. Nel 2004 fu la volta di Michael Owen, mentre nel 2005 arrivò a Madrid Robinho. I media coniarono l'espressione Los Galácticos ("I Galattici") per porre l'accento sulla risonanza mediatica del parco-giocatori del Real Madrid. Inizialmente la strategia fu vincente: il Real Madrid vinse la Liga nel 2001 e nel 2003 e la Champions League nel 2002, anno del centenario. La vittoria giunse in virtù del 2-1 inflitto ai tedeschi del Bayer Leverkusen (memorabile il sinistro di Zidane che si infilò sotto il sette). In precedenza il Real aveva avuto l'ulteriore soddisfazione di eliminare il Barcellona in semifinale con una vittoria per 2-0 e un pareggio 1-1 al ritorno. La squadra conquistò anche la Coppa Intercontinentale (2002), la Supercoppa europea (2002) e la Supercoppa di Spagna (2001 e 2003). I giornalisti parlarono di Zidanes y Pavones per descrivere la strategia di unire giocatori affermati come Zidane a giovani calciatori formatisi nel settore giovanile del club, tra cui Francisco Pavón. Fuori dal campo la strategia dei Zidanes y Pavones ebbe uno straordinario successo dal punto di vista finanziario. Il club si adoperò, infatti, per sfruttare il suo enorme potenziale sul mercato mondiale, specialmente in Asia. Di lì a poco, tuttavia, una serie di scelte tecniche discutibili e i problemi dovuti alla convivenza di tanti campioni aprirono un periodo di crisi e di insuccessi, iniziato con il controverso esonero dell'allenatore Vicente Del Bosque meno di ventiquattr'ore dopo che il tecnico aveva condotto la squadra alla vittoria nella Liga, nel maggio 2003.
A Pérez fu rimproverata anche la cessione di Claude Makélélé, centrocampista di contenimento fondamentale per gli equilibri tattici della squadra, al quale non fu rinnovato il contratto scaduto nel 2003. Negli anni a venire il presidente acquistò un numero consistente di giocatori d'attacco, assecondando la politica dei Galacticos. Malgrado l'arrivo di giocatori di alto livello come Walter Samuel, Sergio Ramos e Michael Owen, il Real Madrid non riuscì, dunque, a vincere un trofeo importante dal 2004 al 2007, soffrendo il dominio nazionale e internazionale del Barcellona di Frank Rijkaard.
Nel 2003-04 la panchina del Real Madrid fu affidata a sorpresa a Carlos Queiróz. Il club vinse la Supercoppa di Spagna, ma quel successo fu il preludio a una stagione fallimentare. Da Natale, infatti, iniziò una serie di risultati negativi, che fino a febbraio non compromisero il primo posto nella Liga, ma in seguito si rivelarono fatali. La crisi culminò in cinque sconfitte di fila nelle ultime cinque partite di campionato, che fecero retrocedere il Real Madrid al quarto posto e causarono l'esonero di Queiroz, che non poté quindi sottrarsi alla sorte infausta che in quel periodo colpiva gli allenatori del Real Madrid. All'esito non gradito del campionato si aggiunse l'eliminazione ai quarti di finale della Champions League per mano del Monaco. La compagine madrilena mancò anche la conquista della Coppa del Re, nella cui finale fu battuta dal Real Saragozza. Nell'estate del 2004 Pérez fu rieletto con il 94,2% dei voti.
Per l'annata successiva fu nominato allenatore José Antonio Camacho, che di lì a poco si sarebbe dimesso. Gli subentrò Mariano García Remón, esonerato dopo la pausa invernale quando la squadra stazionava al quinto posto. Vanderlei Luxemburgo, il suo sostituto, non riuscì a guidare i suoi uomini oltre gli ottavi di finale della Champions League (prevalse la Juventus) e della Coppa del Re, ma in campionato il Madrid si batté con ardore, fino a ottenere il secondo posto, a 4 punti di distacco dal Barcellona campione.
Anche il 2005-06 fu avaro di soddisfazioni. Trascorsi alcuni mesi segnati da prestazioni negative, Luxemburgo fu sollevato dall'incarico e il suo sostituto fu Juan Ramón López Caro, allenatore del Real Madrid Castilla, che rimase sorprendentemente in carica per il resto della stagione. Nella Liga dominata dal Barcellona il Real Madrid, pur giungendo alla fine secondo, non rappresentò mai una minaccia per la conquista del titolo da parte dei rivali catalani, che al Bernabéu si imposero sui madrileni con il risultato di 3-0 a novembre. Estromessi dalla Coppa del Re, dove furono superati per 6-1 dal Real Saragozza nella gara di andata dei quarti di finale, i bianchi della capitale uscirono di scena dalla Champions League ancora una volta agli ottavi di finale, sconfitti dall'Arsenal, poi finalista perdente del torneo.
Il 27 febbraio 2006 Florentino Pérez si dimise e fu rimpiazzato provvisoriamente da Fernando Martín.
L'era Calderón (2006-2009)
Il 2 luglio 2006 fu eletto presidente Ramón Calderón, che ingaggiò Fabio Capello come allenatore, l'ex campione del Real Madrid Predrag Mijatović come direttore sportivo e Franco Baldini come direttore generale.
Capello caldeggiò l'acquisto di Fabio Cannavaro ed Emerson, entrambi, come l'allenatore, arrivati al Real dalla Juventus in seguito allo scandalo nel calcio italiano che ha visto coinvolta la società bianconera. In totale il club spagnolo spese 21 milioni di euro, anche per ingaggiare Ruud van Nistelrooij, Mahamadou Diarra e José Antonio Reyes. Nel corso della sessione invernale del calciomercato internazionale, tra dicembre e gennaio, la dirigenza del club madrileno si assicurò alcuni giovani sudamericani di talento come Marcelo, Gonzalo Higuaín e Fernando Gago, arrivi cui fecero da contraltare le partenze di due dei Galacticos, David Beckham, accasatosi ai Los Angeles Galaxy da luglio 2007, e Ronaldo, ceduto al Milan nel gennaio 2007.
In Champions League i blancos di Madrid furono eliminati agli ottavi di finale dal Bayern Monaco. Dopo aver trascorso gran parte della stagione al secondo o al terzo posto del campionato spagnolo 2006-2007, negli ultimi mesi recuperarono molti punti sul Barcellona e vinsero il campionato all'ultima giornata. Pur avendo gli stessi punti del Barcellona in classifica, infatti, i madridisti poterono festeggiare il loro trentesimo titolo nazionale in virtù dei migliori risultati negli scontri diretti (vittoria per 2-0 al Santiago Bernabéu e pareggio per 3-3 al Camp Nou).
La vittoria non impedì l'esonero di Fabio Capello, allontanato dalla dirigenza pochi giorni dopo i festeggiamenti per la conquista del campionato. La sua cacciata fu motivata dal cattivo gioco espresso dalla squadra durante buona parte della stagione, non degno del più grande club del mondo, a detta del presidente e dell'area tecnica. Il direttore sportivo Mijatović diede atto a Capello di aver "lavorato sotto una pressione enorme" e "ottenuto un risultato importante come la vittoria della Liga", ma aggiunse: "Abbiamo bisogno di giocare un calcio diverso rispetto a quello dell'ultima stagione, abbiamo bisogno di qualcosa di più perché i nostri tifosi possano tornare a divertirsi".
Al posto dell'allenatore friulano fu assunto Bernd Schuster, autore di una grande stagione col piccolo Getafe, portato alla finale di Coppa del Re e di conseguenza in Coppa UEFA. Sul fronte del calciomercato la campagna-acquisti del club fu ancora una volta faraonica (120 milioni di euro). Allo stadio Bernabéu giunsero il portoghese Pepe e gli olandesi Arjen Robben, Royston Drenthe e Wesley Sneijder.
In Champions League la squadra madrilena fu eliminata per il quarto anno consecutivo agli ottavi di finale, questa volta dalla Roma. In campionato, invece, occupò costantemente la testa della classifica per tutta la stagione, confermandosi campione di Spagna (per la prima volta in diciotto anni) con tre giornate di anticipo grazie anche ad un attacco molto produttivo, capace di segnare in 35 partite su 36. L'8 maggio, alla terzultima giornata, i blancos già campioni batterono per 4-1 il Barcellona al Bernabéu.
La stagione 2008-2009 si è aperta con la conquista della Supercoppa di Spagna nella doppia sfida contro il Valencia. L'avvio di stagione è segnato da alcune sconfitte in campionato che non hanno permesso al club di tenere il passo del Barcellona. Il 9 dicembre 2008 Bernd Schuster è stato esonerato e sostituito dallo spagnolo Juande Ramos.
Il 16 gennaio 2009 Calderón si è dimesso dalla carica di Presidente della società madridista per via delle presunte illegalità avvenute nella sua rielezione nel dicembre precedente. Gli è subentrato temporaneamente Vicente Boluda, in attesa dello svolgimento di nuove elezioni nell'estate 2009. Intanto la squadra, stabilmente al secondo posto della Liga alle spalle Barcellona, nella fase di calciomercato di gennaio è stata rinforzata con l'acquisto del centravanti Klaas-Jan Huntelaar, chiamato a sostituire il connazionale van Nistelrooy, seriamente infortunatosi, e del centrocampista Lassana Diarra. In Champions League la corsa dei madrileni si è fermata nuovamente agli ottavi di finale, contro il Liverpool, mentre in campionato hanno mantenuto il secondo posto dietro il Barcellona. Alla fine di maggio si dimette il direttore sportivo Mijatović.
La seconda era Pérez (2009-oggi)
Unico candidato alla presidenza, Florentino Pérez fu eletto nuovamente al vertice del Real Madrid il 1º giugno 2009. Dopo l'insediamento attuò nuovamente quella politica dei Galacticos che aveva caratterizzato la sua prima era al Real Madrid.
Dapprima concluse il primo costosissimo acquisto di calciomercato della sua nuova gestione, quello del brasiliano Kaká, versando 67,2 milioni di euro al Milan. Il clamoroso acquisto fu seguito dall'affare più costoso nella storia del calcio, l'ingaggio del portoghese Cristiano Ronaldo, comprato dal Manchester United per 94,3 milioni di euro (80 milioni di sterline). Per il giocatore il club madrileno fissò una clausola rescissoria di 1 miliardo e 125.000 euro, una somma che non ha eguali nella storia del calcio. La faraonica campagna acquisti del Real Madrid di Pérez continuò con l'ingaggio del francese Karim Benzema dal Lione per 35 milioni, degli spagnoli Raúl Albiol dal Valencia, Alvaro Arbeloa e Xabi Alonso dal Liverpool e Esteban Granero dal Getafe.
In totale Pérez sborsò circa 252 milioni di euro, record stagionale nel calciomercato mondiale, mentre lasciarono Madrid Klaas-Jan Huntelaar, Wesley Sneijder e Arjen Robben, Álvaro Negredo, Míchel Salgado, Jordi Codina, Daniel Parejo, Julien Faubert, Javier Saviola, Fabio Cannavaro, Miguel Torres, Gabriel Heinze e Javi García.
L'ingente mole di acquisti fu possibile da un budget societario pari a 415 milioni di euro, record mondiale. Il bilancio societario risultò, pertanto, in attivo, grazie agli introiti derivanti dal contratto con Mediapro (120 milioni), dalle entrate dello stadio (140 milioni), dal marketing (più di 150 milioni) e dalle amichevoli.
Nonostante i copiosi investimenti, il Real Madrid non riuscì a conquistare alcun trofeo. In ambito europeo disattese ancora una volta le aspettative, cadendo per il sesto anno consecutivo agli ottavi di finale della Champions League, questa volta contro i francesi del Lione, mentre in Coppa del Re incappò in una clamorosa eliminazione ai sedicesimi di finale contro l'Alcorcón, squadra di terza divisione, capace di vincere per 4-0 in casa nella gara di andata. In campionato la squadra di Manuel Pellegrini si classificò seconda a 3 punti dal Barcellona campione, anche se battagliò per il titolo sino all'ultima giornata in un campionato dominato dalle due grandi. Non bastarono ai madrileni i 96 punti conquistati, più di qualsiasi altra squadra laureatasi campione di Spagna nel passato (il record sarebbe stato battuto dallo stesso Real Madrid nel 2012), al termine di un torneo dominato dalle due grandi, con la terza, il Valencia, a quasi trenta punti dalla vetta.
Alla fine della stagione Pellegrini fu sollevato dal suo incarico e il 28 maggio 2010 al suo posto fu ingaggiato il portoghese José Mourinho, fresco campione d'Europa con l'Inter che annoverava tra i suoi giocatori proprio quel Wesley Sneijder ceduto agli ultimi momenti del mercato estivo che risultò decisivo per l'annata interista.
Nella sessione estiva del calciomercato la società madrilena mise a segno alcuni colpi: Ángel Di María, Sergio Canales, Pedro León, Sami Khedira, Ricardo Carvalho e Mesut Özil, per un totale di 77,5 milioni di euro. Lasciarono Madrid, invece, le due storiche bandiere dei blancos Guti e Raúl, insieme anche al tedesco Christoph Metzelder e all'olandese Royston Drenthe, ceduto in prestito per una stagione all'Hércules. Fallì invece l'assalto a Maicon, pretoriano di Mourinho all'Inter.
Il 2 aprile 2011 il Real perse in casa contro il Real Sporting de Gijón per 0-1, dicendo così definitivamente addio alla possibilità di vincere la Liga. In compenso, dopo 7 anni, il Real riuscì a superare la barriera degli ottavi di finale, eliminando il Lione, proprio la bestia nera delle merengues (1-1 in Francia, 3-0 al Bernabeu). Nei quarti di finale il Real Madrid affrontò il Tottenham. Vinse 4-0 la gara d'andata, al Bernabeu, e si ripeté a White Hart Lane, sette giorni dopo, prevalendo per 1-0. Il sorteggio volle che il Real Madrid affrontasse in semifinale gli storici rivali del Barcellona, in lotta con i blancos sia in campionato che in Coppa del Re. Sarebbero state quattro le sfide tra le due rivali in poco meno di un mese. Il primo match si tenne al Bernabeu il 16 aprile 2011, in campionato, e terminò 1-1, con il Real che si ritrovò sotto di un gol e di un uomo ma riuscì comunque a pareggiare. La seconda sfida si disputò il 20 aprile al Mestalla di Valencia. Era la finale di Coppa del Re. L'incontro terminò ai tempi supplementari con la vittoria della squadra madrilena per 1-0 grazie ad un colpo di testa di Cristiano Ronaldo, che beffò il secondo portiere del Barcellona Pinto, permettendo alla sua squadra di conquistare la 18ª Coppa del Re della sua storia. Nell'andata delle semifinali di Champions League il Real fu sconfitto in casa dai rivali catalani, che ebbero la meglio grazie alla doppietta di Lionel Messi. Nella gara di ritorno pareggiò per 1-1, lasciando al Barcellona il posto nella finale di Wembley (non mancheranno, da parte dell'ambiente madrileno, le polemiche nei confronti di alcune decisioni arbitrali discutibili nelle due sfide di Champions League che avrebbero penalizzato il Real).
La stagione 2011-2012 si apre con un Real Madrid sostanzialmente uguale a quello dell'anno precedente. Le prime sfide della stagione saranno le due gare valide per la Supercoppa di Spagna contro i rivali del Barcellona. La sfida di andata al Bernabeu termina per 2-2 con le reti, per il Real Madrid, di Özil e Xabi Alonso. Al ritorno si impone il Barcellona per 3-2 grazie anche a una doppietta di Messi, nonostante il Real Madrid sia ben organizzato e voglioso di portare a casa la vittoria.
La Liga comincia molto bene per gli uomini di Mourinho, che nonostante la sconfitta in casa nel primo scontro diretto (1-3) si dimostrano capaci di tenere a lungo il passo del Barcellona, prima che i blaugrana incappino in una serie di risultati negativi (come il 3-2 subito in casa del Osasuna) che li portano a 10 punti di distacco dalla vetta della classifica. Il 12 febbraio 2012, nella partita contro il Levante, Cristiano Ronaldo sigla il gol numero quattromila al Santiago Bernabeu. Nel periodo primaverile tre pareggi del Real Madrid permettono ai rivali del Barcellona di rifarsi sotto portandosi a -4. A due settimane dal Clásico, il Real conquista una vittoria importantissima nel derby con l'Atlético per 4-1 grazie ad un Cristiano Ronaldo ispirato che realizza una tripletta. Le due squadre arrivano così allo scontro diretto con quattro punti di differenza. Il 21 aprile al Camp Nou, contro tutti i pronostici e le statistiche, il Real Madrid ottiene una vittoria per 2-1 grazie ai gol di Khedira e Ronaldo, portandosi così a +7 dai rivali con ancora 3 giornate da disputare.
In Coppa del Re (dopo aver eliminato il Malaga agli ottavi di finale) il Real Madrid incrocia nuovamente il Barcellona per l'ennesimo scontro diretto degli ultimi anni. All'andata non basta il gol del vantaggio firmato da C. Ronaldo, con il Barcellona che riesce a rimontare grazie alle reti di Puyol e Abidal. Nel ritorno i merengues riescono a rimontare uno svantaggio di 2-0 in pochi minuti grazie a Ronaldo e Benzema, ma alla fine saranno ancora i blaugrana a festeggiare.
In Champions League i merengues hanno un cammino molto positivo: affiancati nel girone da Lione, Ajax e Dinamo Zagabria, vincono tutte le partite classificandosi al primo posto con dieci punti di vantaggio sui secondi classificati. Agli ottavi di finale il Real viene sorteggiato contro il CSKA di Mosca: pareggiata 1-1 la sfida di andata, al Bernabeu i blancos dilagano per 4-1. Per i quarti di finale il Real viene sorteggiato contro l'APOEL, considerato da molti la squadra più abbordabile. Il Real riuscirà infatti ad imporsi sia all'andata che al ritorno (3-0 e 5-2), incrociando in semifinale il Bayern Monaco, molto motivato dal momento che quest'anno la finale si giocherà all'Allianz Arena. In semifinale di Champions League il Real Madrid viene eliminato dai tedeschi del Bayern Monaco perdendo 2-1 all'andata all'Allianz Arena di Monaco di Baviera e vincendo 2-1 al ritorno in casa, ma cedendo 1-3 ai calci di rigore. Il 2 maggio 2012 il club madridista vince per la 32esima volta il campionato, battendo l'Athletic Bilbao alla trentaseiesima giornata e interrompendo così l'egemonia blaugrana nella Liga che durava dalla stagione 2008-2009. La squadra di Mourinho conclude il campionato a quota 100 punti.
Nel 2012-2013 il Real raggiunge la finale della Coppa del Re, persa per 1-2 contro l'Atlético Madrid. La squadra viene inoltre eliminata dalla Champions League in semifinale dal Borussia Dortmund, mentre in campionato termina al 2º posto con 15 punti di distacco dal Barcellona che, come il Real l'anno precedente, realizza 100 punti.
Nella stagione successiva, con Ancelotti alla guida, i blancos, il 16 aprile 2014 vincono la loro 19a Coppa del Re battendo in finale, a Valencia, il Barcellona con uno straordinario gol di Bale nei minuti finali. Nella Champions League 2013-2014, con una doppia vittoria nelle semifinali, eliminano i campioni in carica del Bayern Monaco e accedono alla finale di Lisbona dove, il 24 maggio si aggiudicano la loro décima Coppa dei Campioni/Champions League, sconfiggendo l'Atlético Madrid 4-1 ai supplementari, grazie alle reti segnate da Sergio Ramos, Bale, Marcelo e Cristiano Ronaldo. Il 12 agosto 2014, al Cardiff City Stadium, il Real Madrid batte 2-0 il Siviglia con una doppietta di Cristiano Ronaldo e si aggiudica la Supercoppa UEFA per la seconda volta nella sua storia.
Il 20 dicembre il Real Madrid vince il Mondiale per club, battendo 2-0 in finale il San Lorenzo grazie alle reti di Sergio Ramos e Gareth Bale. Anche nella stagione 2014-15 il Real Madrid è ammesso alla Champions League, stavolta da campione in carica. Superata la fase a gironi, agli ottavi batte non senza difficoltà lo Schalke 04, superando poi i concittadini dell'Atlético Madrid ai quarti di finale, ma venendo eliminati in semifinale dalla Juventus. In campionato si è classificato al 2º posto dietro al Barcellona (autore del triplete), mentre in Coppa del Re viene eliminato dall'Atletico Madrid agli ottavi di finale.
Nell'estate del 2015 arriva sulla panchina madrilena Rafael Benítez, tuttavia gli scarsi risultati in campo portano all'esonero dello spagnolo sostituito, all'inizio del 2016, dalla "bandiera" dei blancos Zinedine Zidane. In Coppa del Re viene squalificato ai sedicesimi di finale per aver schierato, nella partita di andata contro il Cadice, un giocatore squalificato. A tre giornate dal termine della Liga si trova ad un punto di distanza dalla coppia di testa Barcellona Atletico Madrid. In Champions League 2015-2016, elimina il Manchester City in semifinale (0-0 all'Etihad Stadium,1-0 al Santiago Bernabeu grazie all'autogol di Fernando). Il 28 maggio, durante la finale con l'Atletico Madrid giocata allo Stadio Meazza di Milano, pareggia con quest'ultimo con un 1-1 ad opera di Sergio Ramos e Yannick Ferreira Carrasco. Grazie al gol decisivo da parte di Cristiano Ronaldo durante i rigori (5-4), conquista la sua undicesima Champions League.